Al Lido, seduta su una panchina del lungomare

Ho appena terminato il tuo libro. Mi è molto piaciuto, soprattutto perchè va contro quello che mi attendevo. L’ho preso in libreria attratta dal titolo: pure io sola, pure io camminatrice. Credevo si trattasse dell’ennesimo racconto su quanto sia terapeutico camminare e sui “miracoli” che accadono dopo aver lasciato tutto per affidarsi alla strada. Invece, ho trovato un diario minuzioso di ben altro cammino, quello interiore, quello delicato, invisibile, silenzioso di un’anima curiosa e che a modo suo cerca risposte. Solo una donna, per di più con una cultura di matrice occidentale, poteva scrivere un libro così.

Molte pagine avrei detto di averle scritte io, senza ricordarmene.

Un aneddoto: mentre mi trovavo al Lido di Venezia per la Mostra del cinema, seduta su una panchina del Lungomare Marconi, ho incontrato proprio quel passo, divertentissimo, in cui racconti di quando con tua madre conoscesti Kevin Costner.

Quello che non capisco, ma ovviamente non posso perchè “non cammino nei tuoi scarponi”, è come tu abbia fatto a lasciare la vita che conducevi. Hai fatto tutte quelle esperienze che io avrei desiderato vivere (viaggi all’estero, erasmus, Stati Uniti, ho rinunciato al giornalismo per il più “tranquillo” insegnamento), ma che, per mancanza di sostegno economico e per mancanza di coraggio personale, non ho fatto. Con enorme, immane, rammarico.

Tu le hai fatte, eppure pare non siano riuscite a riempire il tuo cuore.

Diciamo che questo mi dona un po’ di pace. Forse non avrei trovato serenità neppure io. Forse l’unico viaggio che vale davvero la pena fare è quello con se stessi.

Buon cammino, cara Alessandra.

Silvia

 

 

 

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