A Erba il coraggio del cammino

Venerdì 22 giugno alle 20 e 45 a Erba Alessandra Beltrame ed Enrica Mambretti saranno ospiti della Onlus Noi Genitori per parlare dei loro cammini.

“Il cammino è quello interiore, della crescita e dell’evoluzione di ogni persona della quale ci prendiamo cura, è il cammino verso l’autonomia possibile e l’inclusione sociale. Il cammino è anche quello che sperimentiamo ogni martedi  con il gruppo degli accompagnatori del Cai e dell’Associazione Jack Canali di Erba, che accompagnano le persone con disabilità sui sentieri delle montagne del Triangolo Lariano. Ne parliamo perciò volentieri con due scrittrici che vivono il cammino nel significato più profondo di incontro e crescita personale”.

Noi Genitori Onlus

Noi Genitori da 24 anni segue le persone con disabilità e ha come principale obiettivo il “dopo di noi”, quando le famiglie non saranno più in grado di prendersi cura dei loro figli fragili. Casa Lorenza – una casa vera, calda e accogliente – si trova ad Alzate Brianza. Qui ui le persone con disabilità trascorrono periodi di autonomia dalle loro famiglie.  Si chiama scuola di vita adulta.

L’incontro, che sarà moderato da Anna Corbella della Libreria di Via Volta di Erba, appartiene alla rassegna di eventi di coesione sociale organizzati dalla Fondazione Noi Genitori.

Per partecipare: www.cooperativanoigenitori.it, sezione news.

Foto: Ulderica Da Pozzo

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Se i piedi fanno i libri

Daniela Castiglione ci ha perfino scritto un libro, “Ai piedi di Santiago” (Ediciclo). Finalmente i piedi ricevono la giusta attenzione. Pensare con i piedi non è un’offesa, così come “sei un vegetale”, ora che si è scoperto che le piante non hanno solo cinque sensi bensì venti (Stefano Mancuso dixit). “Camminare con la testa, pensare con i piedi” è una delle frasi che piace di più del mio libro, “Io cammino da sola”. Non è mia, non l’ho inventata. Però l’ho scritta, anzi ho osato farlo. A volte le parolacce servono, per ricevere uno schiaffo e svegliarsi, e poi guardare le cose in faccia.  E magari cambiare, migliorarsi.

Così benvenuti ai libri scritti con i piedi, e benvenuto a chi cammina con la testa. La rassegna di Sernaglia della Battaglia e Falzè di Piave comincia dopodomani con un libro che gioca in casa: Edoardo Frassetto racconta infatti del suo cammino dalla foce alla sorgente del Piave, il fiume sacro.

Sul Piave saremo, anzi proprio nei luoghi dove il Piave mormorò “non passa lo straniero”. Emozione per me, che a Falzè arriverò mercoledì 23, pensate, alla vigilia di “quel” 24 maggio che tutti conoscono perché tutti, patriottici o no, l’abbiamo cantato: il 24 maggio della strofa della “Canzone del Piave”. Curiosa coincidenza: quando mi hanno invitata e mi hanno proposto la data, non ci ho pensato. Ora sì. E poi sono cent’anni. E poi ho appena letto Andrea Molaroli e il suo “Non tutti i bastardi sono di Vienna” che mi ha buttata sulle rive del Piave e poi a Pieve di Soligo, a Refrontolo, a Sernaglia e a Nervesa proprio i quei giorni, in quegli anni.

No, alla coincidenza della data non ci avevo pensato.  Ho pensato invece a quel giorno il cui il Piave l’ho attraversato a piedi un po’ più giù, a valle. Un giorno di aprile del 2014, nella penultima tappa del mio cammino con i Rolling Claps, il Tarvisio-Venezia. Diluviava e arrivammo a Eraclea e poi a Jesolo fradici. Il Piave lo passammo al ponte di barche di Cortellazzo: luoghi metafisici, surreali, soprattutto fuori stagione. Pioggia, nebbia. Acque, terre piatte, lagune, sabbia, condomini e campeggi. Il Piave, risalendo il suo corso, diventa più bello. Anzi, il cammino di risalita può essere inteso proprio come una ricerca di purezza e una fuga dall’antropizzazione selvaggia della costa verso il fiume alto e naturale, per quanto possibile.

Bei cammini ci sono lungo il Piave, chiedete a Edoardo. “Verso la sorgente” è un bel libro, pieno di passione e di foto, la storia di un cammino che dovrebbe essere condiviso e percorso più spesso.

Bello rivedersi da quelle parti. Ci sarà Edoardo a presentarmi il 23. Organizza Legambiente con Libreria La Pieve del mitico Flavio.

 

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Passi, battiti, un anno dopo. Ci vediamo a Cinisello

Un libro ha senso se ti porta in posti belli e ti fa conoscere belle persone. Questo succederà anche giovedì 10 maggio a Cinisello. La prima presentazione del nuovo anno (la 56esima da quando è uscito il libro). Non vedo l’ora!

“Ma ci vuole ancora un po’.

Devo avere pazienza.

Faccio uno, due, tre passi. Percorro uno, due, tre chilometri. La prima tappa. La seconda. La terza. Sono sempre multipli di uno.

Non mi devo preoccupare.

Misuro i battiti. Misuro la strada. Conto i miei passi. I miei battiti.

E si fa notte”.

(Io cammino da sola, Ediciclo Editore)

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Sola, in cammino, alla Radio Svizzera

Da molto tempo viaggio da sola. Per molto tempo non mi sono chiesta perché lo faccio. Semplicemente avviene. Poi un giorno sono partita per un viaggio in solitaria a piedi, e ci ho scritto un libro, Io cammino da sola. Un libro molto letto e, soprattutto, molto condiviso, che mi ha spinta a creare questo spazio, il sito iocammino.org, per dare voce alle lettere, agli incontri, alle riflessioni che ha innescato il libro. Da un anno è uscito e da allora continuo a parlarne in pubblico. Un viaggio nel viaggio. Un altro cammino che cerco di narrare su queste pagine. Un cammino molto meno solitario, a volte molto affollato. Ma chi cammina con me di solitudine spesso si nutre, e quella nella moltitudine è la solitudine più pesante.

Perché lo fai, perché cammini da sola? Me lo chiedono in molti. Poi leggono il libro e, forse, trovano una risposta. O forse no. Perché anche io non ho una risposta semplice per questo mio scegliere di viaggiare da sola. Che non è partire per andare in vacanza, eh. O non solo. È, piuttosto, andare da soli nella vita, scegliere di fare le cose da soli, anzi, da sole. Perché alle donne questo pesa di più, anzi, si perdona meno. Anzi: fa strano. “Ma davvero parti da sola?” mi chiedono. E il più delle volte sono le donne a farmi questa domanda. “Ma lo fai veramente da sola?” Le donne, molte donne, si meravigliano. È una questione culturale. Molto italiana. Secondo me, una grave questione culturale italiana.

Ma, tornando alla questione, al perché si viaggia, si cammina, si vive da soli, oggi azzarderò qualche risposta alla Radio Svizzera Italiana. Qualche domanda? Se ne possono fare tante. Ecco alcune di quelle che affronteremo oggi: Come e quando hai deciso di camminare da sola? Qual è stato il tuo primo viaggio? Che ricordi hai? Com’è viaggiare senza compagnia? Perché secondo te oggi si sente la necessità di viaggiare da soli? Quali sono i tuoi viaggi più belli? Come ci si prepara per un viaggio di questo tipo? La scelta di stare soli, il viaggiare da soli stimola molte curiosità.

Ne parlerò, fra gli altri, con Daniele Oldani e Claudio Visentin. Il programma è Tutorial, l’inizio è intorno alle 9.

 

 

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Il Cai mi ha insegnato a conoscere la neve

A Spresiano (Treviso) venerdì sera, 6 aprile, sarò con gli amici del Cai a parlare di “Io cammino da sola”, il libro che, uscito quasi un anno fa, continua a portarmi in giro per l’Italia a parlare di vita, di fatica e di gioia. È un po’ tutto quello che racchiude l’andare in montagna, il salire sulle cime, ma anche il percorrere lunghe e piatte vie che tanti prima di me hanno solcato: i cammini storici.

Sono sempre felice quando a invitarmi è una sezione del Club Alpino Italiano. Perché fra noi si crea una bella osmosi: io a parlare dei miei significati, delle mie letture dell’andare a piedi, del perché lo faccio, di cosa cerco, del perché mi struggo. Loro, più semplicemente, ad accogliermi con il sorriso e gli scarponi pronti, più avvezzi di me alle salite, alle cime, più tonici e allenati, più attivi che riflessivi, eppure profondi nel loro amore per la natura, per il paesaggio, per la protezione e la difesa dei sentieri. Preziosissimi. Mi sento onorata.

Sarà così anche a Spresiano, lo so. E poi domenica ci rivedremo a camminare, un matinée lo chiamano, e non sarà lontano dai luoghi dove ho abitato bambina dopo il terremoto del Friuli. Che emozione.

E poi il Cai mi ha insegnato a conoscere la neve. “Trascorriamo weekend sulle vette a soffrire il freddo e a imparare ad accettarlo. Niente è come la pratica. Devi stare all’aperto per conoscere e riconoscere la natura” (ICDS, pag. 73)

Foto in alto: Braies, monte Specie, Vallandro, ricordo dell’ultima uscita del corso EAA1, Saf 2015

 

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Noi compagni di viaggio. Ma quale?

“Riprendo a camminare, ritrovo il mio passo. Il vento cala leggermente, poi riprende a sferzare. Ora mi percuote, ora mi spinge, e la sua onda sonora si solleva e si abbassa, in un ritmo sincopato che un amico pianista potrebbe trasformare in note jazz” (ICDS, pagina 174)

Sì, di quale viaggio io e il musicista Gaetano Liguori siamo o siamo stati compagni? Ne parliamo mercoledì nella libreria del Touring Club a Milano. Corso Italia 10, alle 18 e 30. Vedrete, sarà un viaggio appassionante. Ci vediamo lì?

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Forni di Sotto, la biblioteca più bella

Donne forti e agguerrite a Forni di Sotto hanno fatto sì che la biblioteca Nora Tani Vidoni sopravvivesse e si riempisse di vita. È una biblioteca bellissima, calda, tutta di legno, fatta a pagoda e che si sviluppa in altezza, davvero un luogo piacevole dove restare a leggere. Ma anche dove presentare un libro.

Donne di Carnia. “Donne forti come uomini. Anzi, più forti” (ICDS, pag. 89)

 

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A Catania, con Fabio Consoli e la sua musica

 

Ci sono incontri che ti sembra siano stati portati dal destino. Con Fabio Consoli ho molti punti in comune. I punti che lui ha unito assieme per disegnare la copertina del mio libro, prima di tutto. Quella luna portata a spasso nella rete dalla ragazza che cammina nella notte. Il sentiero che si illumina al suo passaggio. Le piante spinose e un po’ mostruose in primo piano. Le betulle. La geometria delle aste e del cerchio, I colori: il blu, il bianco. L’aurora. Fabio ha disegnato una meraviglia. Fabio l’ha disegnata prima che io partissi per il mio viaggio in solitaria, prima che scrivessi gran parte del libro. Fabio non mi conosceva. Esigenze editoriali. Fabio mi ha letta dentro. Fabio mi ha aiutata a finire di scrivere il libro.

Ieri ho conosciuto Fabio a Catania, la sua città. Lavora in un bellissimo studio a Palazzo Biscari, nel centro storico. Abbiamo chiacchierato così a lungo che ho preso la multa (sì, non ero arrivata a piedi; no, non credevo che i vigili fossero così severi per i ticket del parcheggio). Mi ha portata a mangiare una fritturina al mercato del pesce, mi ha fatto vedere il suo tavolo di lavoro e i suoi diari di viaggio, mi ha regalato la stampa originale della copertina. Soprattutto, mi ha svelato come ha creato la copertina, come crea la sua arte, le sue illustrazioni visionarie e molto evocative,  che piacciono anche ai giapponesi e agli americani. Lavora molto, Fabio, e viaggia pure molto.

Venerdì però Fabio si ferma con me a Catania: sarà alla libreria Vicolo Stretto di via Santa Filomena. Con Alessandra Bonaccorsi dialogheremo sulla scrittura, sul disegno, sul perché e sul come si crea, con le parole, con il segno.

Con la musica. Sì, perché Fabio è anche compositore e musicista e venerdì suonerà per me e con me, accompagnando le mie letture. Un regalo che mi fa. Un altro regalo

Sopra, l’illustrazione è ovviamente sua, e anche le parole.

Ci vediamo alle 19 e 30.

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