Se i piedi fanno i libri

Daniela Castiglione ci ha perfino scritto un libro, “Ai piedi di Santiago” (Ediciclo). Finalmente i piedi ricevono la giusta attenzione. Pensare con i piedi non è un’offesa, così come “sei un vegetale”, ora che si è scoperto che le piante non hanno solo cinque sensi bensì venti (Stefano Mancuso dixit). “Camminare con la testa, pensare con i piedi” è una delle frasi che piace di più del mio libro, “Io cammino da sola”. Non è mia, non l’ho inventata. Però l’ho scritta, anzi ho osato farlo. A volte le parolacce servono, per ricevere uno schiaffo e svegliarsi, e poi guardare le cose in faccia.  E magari cambiare, migliorarsi.

Così benvenuti ai libri scritti con i piedi, e benvenuto a chi cammina con la testa. La rassegna di Sernaglia della Battaglia e Falzè di Piave comincia dopodomani con un libro che gioca in casa: Edoardo Frassetto racconta infatti del suo cammino dalla foce alla sorgente del Piave, il fiume sacro.

Sul Piave saremo, anzi proprio nei luoghi dove il Piave mormorò “non passa lo straniero”. Emozione per me, che a Falzè arriverò mercoledì 23, pensate, alla vigilia di “quel” 24 maggio che tutti conoscono perché tutti, patriottici o no, l’abbiamo cantato: il 24 maggio della strofa della “Canzone del Piave”. Curiosa coincidenza: quando mi hanno invitata e mi hanno proposto la data, non ci ho pensato. Ora sì. E poi sono cent’anni. E poi ho appena letto Andrea Molaroli e il suo “Non tutti i bastardi sono di Vienna” che mi ha buttata sulle rive del Piave e poi a Pieve di Soligo, a Refrontolo, a Sernaglia e a Nervesa proprio i quei giorni, in quegli anni.

No, alla coincidenza della data non ci avevo pensato.  Ho pensato invece a quel giorno il cui il Piave l’ho attraversato a piedi un po’ più giù, a valle. Un giorno di aprile del 2014, nella penultima tappa del mio cammino con i Rolling Claps, il Tarvisio-Venezia. Diluviava e arrivammo a Eraclea e poi a Jesolo fradici. Il Piave lo passammo al ponte di barche di Cortellazzo: luoghi metafisici, surreali, soprattutto fuori stagione. Pioggia, nebbia. Acque, terre piatte, lagune, sabbia, condomini e campeggi. Il Piave, risalendo il suo corso, diventa più bello. Anzi, il cammino di risalita può essere inteso proprio come una ricerca di purezza e una fuga dall’antropizzazione selvaggia della costa verso il fiume alto e naturale, per quanto possibile.

Bei cammini ci sono lungo il Piave, chiedete a Edoardo. “Verso la sorgente” è un bel libro, pieno di passione e di foto, la storia di un cammino che dovrebbe essere condiviso e percorso più spesso.

Bello rivedersi da quelle parti. Ci sarà Edoardo a presentarmi il 23. Organizza Legambiente con Libreria La Pieve del mitico Flavio.

 

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