Sabato la Festa della Montagna, ascoltando il respiro delle Valli e del Matajur

E finalmente è il Matajur. Salirci non è difficile, ha il “profilo morbido la montagna madre delle Valli, quel mammellone che si staglia così caratteristico al confine con la valle dell’Isonzo”. Lo avevo scritto tempo fa, alla vigilia del passaggio del Giro d’Italia in queste valli incantate. Si sperava (o temeva?) l’invasione del turismo, si è invece almeno aggiunta un po’ di luce e molta più consapevolezza nelle potenzialità di un angolo d’Italia davvero speciale.

Le Valli del Natisone speciali lo sono davvero, per quella loro storia in cui il Mediterraneo si mischia alle vicende degli Slavi, per essere state terra di conquista e confine per secoli della Serenissima Repubblica di Venezia e poi dilaniate dalle guerre mondiali e dalla Guerra Fredda, eppure rimaste “incantevole e quasi deserto luogo dei sogni e delle leggende delle Krivapete”, casa dei Guziranje, i mercanti che, mercanzia in spalla, si spinsero a vendere immagini sacre e tessuti fino al Caucaso, e poi ancora, ultimo ma non per ultimo, inestimabile, prezioso, magnifico luogo naturale fra i più selvaggi d’Italia. Chiamatela Benecija, o Slavia Veneta, o chiamatele semplicemente Valli – Doline, Nediške Doline, appunto, in sloveno – e sappiate che qui vige il biculturalismo e il bilinguismo,  che disorienta ma anche fortifica e arricchisce, e che questa è una periferia estrema ma senza complessi, perché è sempre stata al centro della Storia.

Ritorno sul Matajur con un peso in più nel mio zaino, che è il mio libro “Io cammino da sola” che è stato scritto in parte anche qui. Ho camminato con Nediške Doline, poi con la Planinska Družina Benečije, che è l’associazione degli alpinisti della minoranza slovena, poi con gli amici del Cai Valnatisone e sono contenta che questi tre gruppi sabato pomeriggio (alle 17) abbiano voluto dare inizio alla Festa della Montagna 2017 assieme a me. Dei tre, due gruppi sono guidati da donne, Luisa Battistig per la Planinska e Patrizia Cernoia per il Valnatisone. Infaticabili, generose, gran camminatrici, innamorate dei luoghi. Lascio per ultimo Antonio De Toni, ma non me ne vorrà, sa quanto lo stimi: presidente, fondatore, anima di Nediške Doline, con la sua decennale attività (assieme a una piccola squadra) ha promosso la riscoperta dellle Valli attraverso i cammini, i sentieri, le vie verdi che uniscono 175 paesi, alcuni micro, distribuiti fra le vallate di Alberone, Cosizza ed Erbezzo, che confluiscono nel grande padre Natisone.

Ci vediamo alle 17, sabato 2 settembre, al rifugio Pelizzo. In realtà non saremo in cima al Matajur ma alle sue pendici, ma il respiro della montagna, la sua terra, la sua roccia, saranno lì, sopra, sotto e attraverso di noi.

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