Salita, gioia, vittoria.

Cara Alessandra,

Ho terminato da qualche giorno la lettura di “Io cammino da sola”, ho lasciato decantare, per capire se il tempo mi avrebbe fatto dimenticare o allontanare dal racconto.
Ho scoperto che non è successo.
Leggerti è stato catartico: una voce femminile che si apre al lettore, che ci permette di assaporare la sua fragilità e la sua determinazione.
Una grande partecipazione emozionale per me, mi sono risentita nelle tue parole, nel tuo modo di descrivere le intenzioni, le sensazioni.
Il mio amore per il cammino immerso nel verde, tra le montagne nasce sin da piccola. La mia famiglia era solita portarci in Trentino per le vacanze e lì ho conosciuto l’amore per il passo, un piede avanti all’altro, la scalata verso la vetta, la ricompensa della fatica.
Poi arriva l’adolescenza e ciò che prima era routine e piacere inizia a diventare un profondo confronto con me stessa e con i mie limiti, proprio lì credo di avere capito che la mia volontà potesse essere fallimentare.
Escursioni vissute in ritirata, la fatica era troppa e il peso che mi portavo dietro era un ricordo di ciò che di quella famiglia non c’era già più.
Passano gli anni e non cammino, i miei polmoni me lo impongono, fino al giorno in cui scopro di avere la stessa malattia di mia madre, che l’ha vista lasciare la vita giovanissima. Paura, panico ma proprio lì sento che la gioia, la
Bellezza, la fatica mi chiamavano per ascoltarmi, nel mio limite e nel mondo che dovevo rendere diverso, dalla fine che non dovevo regalare a me stessa.
Allora ascolto l’invito di un amico guida, mi vuole riportare in mezzo ai monti. Accetto, è la mia rivincita, forse.
Arriviamo a Chiusi de La Verna, cuore che batte, scarponi ai piedi, voglio essere ben piantata al suolo.
Dobbiamo raggiungere un agriturismo, salita per 3/4 km. Paura e cuore che batte. Inizio a mettere  un piede dopo l’altro, mi si consiglia di seguire il mio passo, la mia distanza, di non consumare energia e affanno.
Duro. Sudore. Ma piano, sento la gioia nascere ed esplodere dentro di me. Il mio cuore e i mie polmoni stavano compiendo il miracolo. Il mio corpo mi stava sostenendo.
Io stavo vincendo.
Giornata memorabile. L’inizio di una nuova me.
Non so perché, ma ho pensato che scrivere la mia esperienza a te che non ti sei risparmiata a farlo con noi, ci possa far sentire a distanza, amiche di “cammino”. Grazie per avermi fatto sentire ancora dentro i miei passi.
Una domanda: il tuo cammino continua anche in mezzo alle parole degli altri ?
Giorgia Strada
Cara Giorgia,
certo che il mio cammino continua. Sempre. Dal cammino non si ritorna. Just keep going, mi ha detto Noo Saro-Wiwa, una scrittrice nigeriana alla quale hanno ucciso il padre perché combatteva contro la corruzione e i petrolieri. Just keep going, Continua ad andare avanti. Non fermarti. Solo così ti salvi. Solo così non muori. Solo così ti difendi e vinci. E così io cammino, e cammino anche attraverso le parole di chi mi scrive, di chi mi legge. Cammino attraverso le mie parole, e vado sulla strada, non mi fermo.
Alessandra
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