I Care Capraia, la felicità è un sentiero

Yes, I care Capraia!
Yes, I care Capraia! Foto di gruppo per Anna, Lucia, Paola, Marco, Alessandra & gli altri.

Quando lo tagli, il mirto spande un profumo che è come se ti chiedesse pietà. Anche l’erica reagisce niente male: i suoi rami sono docili, si spezzano facilmente, però i fiorellini, così teneri a vedersi, appena li tocchi sparano nuvole di polline, una bianca polvere che ti entra nelle narici e potrebbe soffocarti, se ne sei allergico. Il cisto, poi, non va preso sottogamba: si sottopone a cesoie e seghetto ma fai zac e trovi un graffio sanguinante sul braccio: è la sua vendetta. Tu comunque ci dai dentro e, anche se un po’ ti dispiace, continui a tagliarli, il mirto, l’erica, il, cisto, i corbezzoli, e poi le ginestre, i biancospini, le rose selvatiche, i rovi spinosi, perché sei qui per questo.

Capraia, la pietrosa, con la sua lucertolona e, sul mare, la scia del traghetto. che ci porta sull'isola
Da Capraia, la pietrosa, con la sua lucertola endemica e la scia del traghetto che ci porta sull’isola.

Capraia, isola molto isolata dell’Arcipelago Toscano, ieri luogo di scorrerie e di confino, oggi terra di pescatori e di viaggiatori amanti della natura e del silenzio. Se escludi quegli 800 metri di strada asfaltata che dal porto conduce al paese, un castello, alcune torri genovesi e la lunga e sconnessa mulattiera militare, Capraia è un verde, verdissimo intreccio di macchia mediterranea, o di gariga nei punti più esposti, il che vuole dire una macchia più bassa ma non meno intricata. Selvaggia al punto da essere casa di mufloni, pernici, vari tipi di gabbiani, del falco pellegrino e della berta, parente dell’albatros. La vegetazione qui sfida l’escursionista, il camminatore, il turista responsabile e consapevole, che è poi il solo che può fare vivere felicemente queste terre, senza sfruttarle.

Dal Belvedere, panorama sullo Zurletto e il canale dell'Elba
Dal Belvedere, panorama sullo Zurletto e il canale dell’Elba, dove la notte si ascoltano le berte.

Luca Maria Nucci, romano, guida a Rocca di Mezzo, nell’abruzzese Parco Sirente Velino, venne qui la prima volta quatto anni fa a portare un gruppo per la Compagnia dei Cammini. Facile, si disse, per uno abituato agli aspri Appennini. Scoprì invece che questo fazzoletto di terra in mezzo al mare era una bella sfida, che sui sentieri si faceva fatica, che la macchia se li ricopriva tutti a ogni stagione. E così ecco l’idea di I Care Capraia, nata assieme a Lorenzo Renzi, fiorentino con bel palazzo di famiglia trasformato in residenza. Lui la mette a disposizione e Nucci porta i volontari a pulire i sentieri. La locanda Il Saracino nutre gli affamati spazzini a dovere. I Care Capraia serve per i trekking (il prossimo è dal 16 al 23 maggio), ma serve anche alla Capraia Wild Trail, 20 chilometri con 800 metri di dislivello, corsa frequentatissima che avviene ogni anno dopo Pasqua, cioè domenica prossima, 12 aprile.

Inestricabile erica arborea, mescolata a cisto, rosmarino e mirto
Inestricabile erica arborea, mescolata a cisto, rosmarino, mirto, corbezzolo, lentisco, rosa canina.

Per I Care Capraia funziona il passaparola: chi porta un amico, chi si aggrega per amore dell’isola, chi ormai ci viene ogni anno e lo considera meglio di una vacanza. Paola, che lavora in una azienda farmaceutica a Siena, non ne potrebbe fare a meno: ogni anno prende ferie a fine marzo e raggiunge Livorno per imbarcarsi sul traghetto per l’isola. Francesca, barista a Lecce, fa lo stesso. Rita, bancaria di Bologna, non se ne perde uno. Così come Marco, torinese, le bolognesi Alessandra e Rita, Gennaro, Andrea, Raffaella e Radiosa da Roma. Molti hanno partecipato a viaggi a piedi con la Compagnia dei Cammini, dunque conoscono fatiche e attrezzature necessarie a esperienze on the road. Ma c’è di più: quel tagliare, quell’aprire sentieri dischiuderebbe un significato più profondo.  Passare le ore muniti di cesoie e seghetto aiuta a tagliare i rami secchi della vita, a fare pulizia nei pensieri. Insomma la testa si rasserena, poti il superfluo non soltanto per vedere meglio il panorama che ti sta davanti ma anche quello interiore.

Luogo magico, la Spirale
Luogo magico, la Spirale, sulla costa che guarda la Corsica.

Capraia, come tutte le isole, ha una storia fantastica, che si legge sul suolo e sulle testimonianze lasciate dall’uomo. Antichissima origine vulcanica, abitata da misteriosi popoli che le hanno lasciato tombe e iscrizioni indecifrabili, poi etrusca, romana, per mille anni predata dai Saraceni, genovese e infine italiana. Per premiarla, la Repubblica la trasformò in colonia penale, che non le portò di sicuro prestigio, ma un certo benessere sì. Oggi tutto quel bendiddio dei terrazzamenti e degli edifici coloniali è abbandonato, e sarebbe invece un tesoro da far fruttare. Le torri genovesi sono invece magnifiche, restaurate (quella del Porto) o no (Zenobito). Il castello è sempre stato privato, dal 2012 nelle mani di una cinquantenne vedova inglese, tale Hilary Flanagan. Il 18 giugno qui si sposerà il di lei figlio, i capraiesi si aspettano un po’ di confusione ma non troppa, abituati come sono all’understatement. La signora finora ha dato poca confidenza, i dieci appartamenti del maniero sono rimasti quasi sempre chiusi.

Castello di San Giorgio a Capraia. La dimora renzi è quella rosa sulla sinistra
Castello di San Giorgio a Capraia. La dimora Renzi è quella color arancio sulla sinistra.

Capraia intanto va  avanti con la sua vita di sempre, pronta all’invasione della Wild Trail del prossimo weekend e poi ad accogliere chi ritorna ad aprire le seconde case del borgo, occupa le poche centinaia di posti letto negli alberghi e b&b, va a far colazione al Bar Massimo al porto, fa la spesa nel piccolo alimentari e il giro dell’isola con Margò, la barca che serve chi non arriva con la propria. Vele belle ce ne sono all’ancora, qui siamo a metà strada fra Italia e Corsica, strategica Capraia lo è sempre stata e lo sa. Poteva diventare un fortino assediato dal cemento, con hotel e villette a schiera, villaggi vacanze e parco divertimenti. L’ha salvata la nascita del Parco Nazionale, che ha fermato ogni speculazione. Lasciando campo libero a mirto e cisto, erica e corbezzolo, rosmarino e lavanda. Quelli che noi siamo venuti a tagliare. Ma solo un po’, perdonateci. Tanto il prossimo anno sarete ricresciuti. E sarà di nuovo tempo per I Care Capraia.

Luca Maria Nucci della Compagnia dei Cammini: anche quest'anno la missione è compiuta
Luca Maria Nucci della Compagnia dei Cammini è soddisfatto: la missione è compiuta.
Visioni isolane
Visioni isolane.

La mattina si scendeva al porto per fare colazione. Un gatto nero ci seguiva

La mattina si scendeva al porto per fare colazione. Un gatto nero ci seguiva.

Alla fine della giornata, tutti di nuovo al Bar Massimo
Alla fine della giornata ci si ritrovava tutti al Bar Massimo per un bicchiere, belli come il Sole.
L'ometto segna il sentiero. Questo è particolarmente panoramico
Gli ometti segnano il sentiero. Questo, particolarmente panoramico, merita un omaggio.
Berta o gabbiano?
Berta o gabbiano?

 

 

 

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