Recuperare le mie radici, affrancare la dignità di un popolo

Sto assaporando il tuo libro in queste settimane, poco a poco, nei giorni per me giusti, così me lo godo fino in fondo.
La settimana scorsa da Cividale e Duino, tre giorni fa da Riccione, mentre oggi lo leggo sotto questo cielo incerto di Milano. In cammino, a modo mio, anch’io come te.

Bello che tu, forte di tutta l’energia del tuo mondo “di prima”, abbia avuto il piacere di includere nel tuo “racconto in cammino” anche quel lembo di terra che alcuni chiamano “Slavia Friulana”. Proprio quella terra (e quella gente) a cui io sono tornata dopo 25 anni “di Milano”, città a cui mi ero affidata per costruirmi, rafforzarmi, per affrancarmi dal mio ‘”essere di minoranza slovena” che mi aveva fatto tanto soffrire. Per tornare “vincente”.
Sono tornata. Sì, ok… non mi sento esattamente vincente.. ma è certo che sento di fare la differenza per me e per le persone che girano in orbite vicino alla mia.

Tra i tuoi “amici del Matajur” ci sono persone che erano “gli assistenti” al “centro vacanze” Moja Vas che ci aveva ospitati, nelle case disabitate di Tribil Inferiore, per due settimane fantastiche in seconda o terza media. Questo ti rende a me stranamente familiare 😊

Ora che sono tornata sto cercando di recuperare le mie radici, a partire da quella lingua che ho sempre solo saputo capire, senza parlarla. È molto bello rientrare piano piano nelle tradizioni a cui appartengo.

Forse io farò poca differenza per affrancare la dignità del mio popolo. Di certo tu, con le tue parole, stai facendo davvero una grande differenza per dare dignità alla consapevolezza che quei luoghi, e quella gente, esistono e sono il cuore pulsante nel petto a sinistra.. a nord est, appunto.

Ti ringrazio per la finestra che hai aperto sulla nostra bella regione con il tuo coinvolgente libro.

Grazie Alessandra. Mi sei di ispirazione….E continuo a leggerti ❤

Liana

Foto: Faggio secolare con licheni

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