Dal bosco alla città. A lui sarebbe piaciuto

C’è chi dice che dal cammino non si ritorna più: belle parole, ma non per tutti. E chi pensa che la parte più difficile del cammino sia proprio ritornare. Per questo, io quando torno da un sentiero, da un bosco per immergermi di nuovo nella mia vita urbana, sociale, cittadina, non voglio commettere l’errore di fermarmi, abbandonandomi alle abitudini.

Questo mio padre mi ha insegnato: a non abituarmi, a non dare niente per scontato. A continuare a cercare, a essere curiosa. A non fermarmi. Mai. Non è inquietudine, non è ansia. È solo vita. Mio padre amava la città. In città era nato, in una casa poco al di là della ferrovia. Non conosceva la terra, non conosceva la vita contadina. Però amava gli alberi, riconosceva le foglie a terra quando in autunno cadevano sui marciapiedi: è un tiglio, un ippocastano, un acero, un platano, un carrubo, mi diceva. e raccoglieva le foglie morte, me le mostrava, poi le portava a casa, Le metteva dentro i libri, e io dentro i suoi libri le trovo ancora. Anche dentro le città ci sono i boschi, però non ce ne accorgiamo.

La città, le città, pur pervase di cose brutte, conservano una bellezza che il cammino può svelare. È la bellezza delle relazioni, degli incontri, delle cose impreviste, che capitano spesso perché è spessa la vita nelle città: densa, intensa, pregna, affollata. Sì, anche caotica, dispersiva, stressante. Eppure, il cammino, proprio perché è un andare al ritmo del respiro, del passo del cuore – tum tum, tum tum – permette di discernere, di districare la materia contratta e confusionaria delle relazioni urbane, estraendo il vero, il sincero, quello che pulsa, che freme, che trema. Che emoziona.

“Io cammino da sola” approda nuovamente dopo sette mesi e due ristampe a Milano, dove è cominciato il suo viaggio – era il 20 aprile, alla libreria Open More than Books con Marco Zapparoli – e dove oggi ritorna con due presentazioni, molto diverse fra loro, entrambe speciali.

Questa volta sarà Bookcity, la grande festa diffusa del libro e della lettura. Venerdì 17 novembre alle 18 e 30, “Io cammino da sola” sarà ospite dell’Associazione ChiAmaMilano, nel loro negozio civico, che è un esempio di cammino virtuoso, di risorse condivise e distribuite in nome di valori in cui mi riconosco: accoglienza, ecologia, sostenibilità, multiculturalità. Sabato 18 novembre alle 16 ci vedremo in strada, in occasione del Sabato di Lambrate, festa che ospita creativi, illustratori, produttori biologici e che ogni mese anima il mio quartiere e la mia via, Conte Rosso, che è il cuore di questa storica zona popolare, operaia, industriale, resistente. Una via dove tutti o quasi ci conosciamo, dove si coltiva ancora la desueta pratica della chiacchiera tra vicini, dove ci si vede al bar, al circolo, ai giardinetti o all’edicola. Dove si riparano biciclette, si comprano chicche vintage e perle di design, abiti per bambini fatti amorevolmente a mano, si porta a lavare il cane e a fare le cornici ai quadri. Insomma, cose magnificamente d’antan, lente e per questo poco remunerative, se ragioniamo in soldoni, ma infinitamente preziose e care per chi le fa, chi le guarda e chi le prende. Amo questa via, la mia via. A mio padre sarebbe piaciuta.

Alessandra Beltrame

Ci vediamo venerdì, in via Laghetto 2, alle 18 e 30, con Milly Moratti, e al Sabato di Lambrate, in via Conte Rosso, alle 16, con Alberto Pugnetti.

Foto: mio padre

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