La neve, probabilmente

Ero a Bolzano nei giorni in cui la neve ha provocato 140 (140!) chilometri di coda sull’autostrada del Brennero e vari altri disagi. Alcuni  automobilisti saggi, invece di tornare subito alle loro destinazioni dopo le vacanze, avevano scelto di fermarsi in città, nel capoluogo dell’Alto Adige, procrastinando di alcune ore il loro viaggio. È così che io, al rientro dalla presentazione del mio libro, ho conosciuto per caso Luca Facchini, regista di Principe Libero, il film su Fabrizio De Andrè che sarà nei cinema in anteprima il 23 e 24 gennaio e poi andrà in tv (canali Rai). Lui si era fermato con la sua famiglia per evitare il traffico, io mi sono attardata nel bar dell’albergo perché non volevo (ancora) andare a dormire.

È stato Pablo a farci incontrare. Il timido Pablo, il mio cane spagnolo, podenco andaluso, ha attirato la sua attenzione e nella sala con camino del bar dell’hotel Laurin, mentre fuori la neve fioccava, abbiamo fatto quattro chiacchiere, condividendo le nostre storie su Fabrizio De Andrè. La mia, sulla dedica del mio libro “Io cammino da sola” alle anime salve, i suoi spiriti solitari. La sua, sul desiderio di continuare l’esperienza cominciata con il film (acclamato) su Fernanda Pivano e gli scrittori beat, l’incontro con Dori Ghezzi. Io tutte queste cose non le sapevo, le ho scoperte poi andando a cercarle sul web.

Il giorno dopo sono stata io a rimanere bloccata per la neve: l’autostrada era chiusa per gelicidio, meglio partire dopo le 14. Così ho fatto. Fuori continuava a nevicare e dopo aver fatto un bel giro per le vie di Bolzano ricolme di bancarelle del celebre Mercatino di Natale, mi sono fermata nello stesso bar, quello della sera prima, quello del mio albergo, scegliendo una poltrona isolata dove rifugiarmi con il mio Pablo e il mio libro. E qui, accanto a me, a un certo punto si è materializzato Reinhold Messner. Aveva un appuntamento di lavoro nel tavolino accanto, qualcuno lo aspettava. Lui è arrivato, si è fermato dieci minuti, ha preso un caffè, poi si è alzato e se n’è andato. Io l’ho osservato, per me è stata un’apparizione. Mi ha fatto simpatia vederlo, tutto qui. Non l’ho abbordato, non gli ho chiesto un selfie. Per carità, perché avrei dovuto? Mi bastava così: solo il fatto di essere seduta accanto a lui, per caso, in una mattina nevosa. Mi ha fatto piacere, non so perché, o forse sì.

È accaduto perché ero ferma per la neve. È accaduto perché qualcun altro si è fermato a causa della neve. Il tempo perso si è trasformato in tempo illuminato. Piccole storie, piccoli incontri, piccole emozioni. Mi hanno fatta felice. Mi hanno sorpresa. Incuriosita. Incantata.

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